Il dono del silenzio – Recensione

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Il dono del silenzio copertina – Thich Nhat Hanh

Il libro “Il dono del silenzio” di Thich Nhat Hanh, nasce con lo scopo di accendere in noi una riflessione: che spesso siamo incapaci di vedere e gioire delle cose che ci circondano perché non ne siamo consapevoli.
Questa mancanza di consapevolezza deriva dal fatto che dentro la nostra mente esiste un rumore incessante ed assordante: il rumore dei nostri pensieri.
Veniamo distratti dai rimpianti e dai dispiaceri del passato; oppure dal futuro e dalle immagini con cui lo raffiguriamo.
Coltivare la consapevolezza ci ricorda l’importanza di fermarci e ascoltare in silenzio le nostre emozioni e i nostri bisogni. Uno strumento importante che aiuta a raggiungere quest’obiettivo è la tecnica della respirazione consapevole, che insegna ad essere liberi dal pensare, liberi dall’ansia, liberi dalla paura.
Come sostiene l’autore del libro Thich Nhat Hanh, solo quando saremo riusciti a colmare tutto il rumore dentro di noi, avremo la pace interiore per osservarci in profondità, per scoprire chi siamo e cosa vogliamo realmente nella nostra vita.
Continuiamo costantemente a correre alla ricerca della felicità, senza fermarci ad ascoltare il nostro mondo interiore.
E’come se la nostra mente fosse una radio perennemente accesa, che crea confusione, e non ci consente di prestare attenzione a ciò che realmente ci serve per stare bene, per stare in pace con noi stessi.

Da questo libro ho estrapolato 3 punti chiave importanti:

  • 1. Troppi stimoli ci fanno perdere di vista noi stessi. Siamo circondati da talmente tanti stimoli sensoriali da confonderci perdere il focus su un punto fondamentale: cosa vogliamo realmente e cosa ci serve per stare bene.
  • 2. Spesso abbiamo paura del silenzio. Stare connessi con noi stessi e il nostro silenzio significa metterci in contatto con le nostre emozioni, anche quelle che ci spaventano. Questo può suscitare una reazione di rifiuto, perché spesso tentiamo di riempire i vuoti che sentiamo dentro di noi attraverso il rumore, che è in grado di distrarci e di non fari sentire la tristezza.
  • 3. Se mi connetto con me stesso mi connetto con il mondo. Solo se impariamo a rimanere connessi con le nostre emozioni, anche dolorose, e ad ascoltarci, riusciamo a connetterci con il resto del mondo. Solo se prima facciamo pace con noi stessi, siamo in grado di riconciliarci con gli altri.

“Se la nostra mente è affollata da parole e pensieri, non c’è spazio per noi”

Non resta quindi che fermarci, fare spazio tra i nostri pensieri e imparare ad ascoltarci.

Dott.ssa M.Alice Salonis

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