DIPENDENZA AFFETTIVA: COS’E’ E COME USCIRNE

Talvolta si è portati a credere che “amare alla follia” sia un modo romantico di vivere la relazione; ma quando l’amore si trasforma in ossessione siamo ben oltre una sana interazione di coppia.

La dipendenza affettiva è una difficoltà relazionale nella quale si vive il rapporto con il partner come condizione unica per la propria esistenza.

Quando si parla di relazioni tossiche non è un caso, perché la dipendenza affettiva è stata classificata all’interno di una categoria chiamata “nuove dipendenze”, che a differenza da quelle legate a sostanze chimiche o alcol, determina un dipendenza comportamentale.

Quindi di conseguenza:

IO STO BENE solo se ci sei tu

IO STO BENE solo se mi prendo cura di te

IO STO BENE solo se si soddisfano i tuoi bisogni

Quindi: IL MIO BENESSERE E’ DIPENDENTE DA TE.

Qual è il rischio in questo?

Che la persona si allontana sempre di più dai suoi interessi, dai suoi bisogni, dal suo mondo, per dedicarsi esclusivamente all’altro, diventato ormai un’ossessione.

In questo modo però aumenta il senso di vuoto che si percepisce e che cerca di colmare con la presenza dell’altro, innescando un circolo vizioso difficile da interrompere.

Atteggiamenti tipici dei Dipendenti Affettivi:

  1. ATTEGGIAMENTO NEGATIVO VERSO SE’: alla base c’è una scarsa autostima caratterizzata da una posizione esistenziale “Io non sono Ok, tu sei Ok”. La convinzione che ne consegue è di non meritare amore e qui si ricollega il secondo aspetto caratteristico di questi soggetti, determinato da una paura ossessiva di essere lasciati.
  2. TERRORE DELL’ABBANDONO: Nella profonda convinzione di non essere meritevole di amore, il dipendente affettivo si auto convince che è molto probabile che l’altro abbandoni la relazione. Per evitare che questo avvenga, quindi, la persona inizia a compiacere totalmente tutte le sue richieste, mettendo in primo piano i bisogni e le esigenze dell’altro e trascurando le proprie. Ci si mette quindi in una posizione di subordinazione, dove il potere è completamente nelle mani dell’altro, perché nella mente del dipendente risuona l’idea “io valgo solo perché ho te”.
  3. DIFFICOLTA’ NEL PRENDERE DECISIONI: Il dipendente affettivo non riesce ad effettuare scelte in autonomia o ad assumersi responsabilità. Questo perché ha costantemente bisogno del parere altrui e di rassicurazioni da parte del partner. Inoltre riscontra notevoli difficoltà a creare i propri spazi personali o dedicarsi ad attività che non richiedano la presenza del partner.

 Cosa si può fare?  

  • MIGLIORARE LA CONOSCENZA DI SE’: Purtroppo con la tendenza di mettere l’altro al primo posto ci si dimentica facilmente di sé. Ricordati invece di spostare il focus della tua attenzione su te stesso, visto che sei tu il fautore del tuo benessere e non qualcuno o qualcosa di esterno a te. Fai caso a tutte le volte in cui ti capita di dire “Quella persona mi fa stare bene” ed inizia a riflettere sul modo in cui puoi creare TU le condizioni per poter stare meglio.
  • IDENTIFICA IL PROCESSO DI IDEALIZZAZIONE CHE METTI IN ATTO: questo infatti di solito rafforza le dinamiche che stanno alla base della dipendenza affettiva, dove nel vedere l’altra persona perfetta ed onnipotente, si aumenta la propria percezione di inferiorità e di subordinazione. Soffermati sulla tua storia personale e domandati dove l’hai imparato questo meccanismo e che cosa ti ricorda rispetto alle relazioni che hai avuto anche nella tua infanzia?
  • IMPARA A RITAGLIARTI I TUOI SPAZI e a prenderti cura di te stesso. Individua quelli che sono i tuoi bisogni, le tue esigenze, le tue passioni. Riconosci le tue risorse e il tuo valore e datti il permesso di sperimentarti. Più metti in pratica le tue risorse e più ti accorgi di avere delle capacità che ti stavi impedendo di vedere, visto che la tua attenzione era rivolta esclusivamente all’altro, perdendo di vita te stesso. All’inizio ti capiterà spesso di sbagliare e per questo ti sentirai inadeguato, ricadendo dunque in vecchi schemi e considerando lo sbaglio un fallimento. Ricorda che l’errore è un passo necessario verso l’autonomia, impara ad accoglierlo come uno stadio importante nel processo di emancipazione.
  • IMPARA A DEFINIRE I CONFINI TRA TE E L’ALTRO: la dipendenza affettiva infatti presuppone un processo di simbiosi, che fonde e confonde te stesso nell’altro e per recuperare autonomia hai bisogno invece di definire i tuoi spazi per riscoprire te stesso e la tua identità. Affinché questi confini siano definiti hai bisogno di operare delle scelte, imparare a dire no e non compiacere sempre gli altri. E’ necessario quindi agire e mettere in atto un comportamento assertivo per intraprendere un viaggio di ritorno verso la dimensione “IO”, per poter poi essere pronti a spostarsi verso la dimensione “noi”.

Questo perché è fondamentale ritrovare sé stesso, prima di cercare l’altro.

Come sempre, ci tengo a specificare che le indicazioni che trovi nell’articolo non sono sostitutive di un percorso di Psicoterapia, necessario nei casi in cui si ritiene di aver bisogno di un supporto per lavorare su quei processi che mantengono ed alimentano una forma di dipendenza affettiva.

Se senti di averne bisogno datti il permesso di chiedere aiuto, è una grande forma di coraggio e non una dimostrazione di debolezza. 

  Dott.ssa M. Alice Salonis

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